AIRFLOWS
Una rarefazione cromatica polverosa, smagliata, un
annebbiamento grumoso, a volte sfilacciato, che si risolve in un intervallo di
addensamenti dalle tonalità soffuse: sono condensazioni e flussi d’aria,
spirali casuali in cui la materia flottante, a volte educata in flussi
ordinati, in correnti ascensionali vorticose, mescola leggerissimi pigmenti
cipriati, polverosi, con un andamento naturale e tricotico.
La materia striata costituita di filati incapsulati in pastosi smalti,
emersa come uno stiacciato pittorico, diventa una crosta ondulata in cui il
pigmento diluito, acquoso, trova un letto in cui cristallizzarsi divenendo l’impronta
di un passaggio, quello del colore che si dipana tra le fibre, altamente
estetizzante.
La rappresentazione dell’assenza, quella dell’aria, che pur essendo
elemento caratterizzante del mondo reale diventa qui, inevitabilmente, soggetto
dell’irreale, rappresentazione dell’invisibile, regala una forma percettiva che attinge dal movimento
la sua attitudine di flusso. Slanci
formati in cui il colore leggerissimo, come un soprano leggero, tesse con la
voce una scala in ascesa in cui le note e la voce si impennano, saltellando le
une sulle altre, con una sonorità corrusca, libera di svolazzare e perdersi come
una civetta. L’immagine dell’aria brilla nei trilli finali, nello sforzo
iniziale che ha la forza della preparazione al salto, del tallone alzato da
terra, in un continuo salire e scendere che non è un vacillare ma un muoversi
sui flussi per cavalcarne sempre di più alti in una vertigine data dalla veloce
ascesa.
L’immaginazione si muove, si libra in un soffio portato
verso l’alto, il sogno nutre l’immaginazione nelle tinte frizzanti del rosa
polvere, del verde ossido, del turchese, dell’ametista mescolata ai colori
della corniola, i suoi elementi reconditi, e li porta in alto nel cielo. L’azzurro del cielo è il canto
della sirena per l’aria come la piccola tela per le soluzioni diafane di colore…
esso è tanto più arioso tanto più impallidisce, stemperandosi in una tela
sottile, diafana, sospesa su di una volta turchese.
Un pantone marezzato immenso in cui l’occhio si perde: come in un
oceano ci si ritrova ineluttabilmente alla deriva. Che nulla venga a complicare
il cielo azzurro: né il ramo, ne l’allodola perché la vista di un cielo
profondo è una cerimonia nuziale fra sentimento e vista.
Nasce il sentimento del cielo azzurro, ed in questa pangea
turchese, grigia, di un paglierino singolare, infinito, non c’è evento, non
c’è scossa, non c’é storia.
Schimera Antonio
Che lavoro meraviglioso, complimenti :)
RispondiElimina